Questo studio compara due metodologie della terapia cognitiva comportamentale (l’esposizione entorocettiva – interoceptive exposure e l’addestramento al controllo respiratorio – breath retraining) per il trattamento dei disturbi di panico.
L’esposizione enterocettiva prevede la sperimentazione volontaria da parte del paziente di quelle sensazioni corporee che innescano il disturbo di panico. L’induzione di tali sensazioni può avvenire, ad esempio, attraverso l’assunzione di caffeina, lo svolgimento di attività fisica intensa, l’utilizzo di griglie visive che alterano la percezione visiva. Questa tecnica consente l’abituazione e l’estinzione della risposta di paura alle sensazioni corporee. Inoltre, permette al paziente di prendere consapevolezza della propria interpretazione erronea ad esse.
L’addestramento al controllo del respiro ha l’obiettivo di formare il paziente rispetto agli effetti del respiro alto e dell’iperventilazione e di fornire tecniche per il controllo consapevole del respiro, diminuendone il ritmo. Queste tecniche vengono anche affiancate al rilassamento muscolare progressivo di Jacobson che permette la presa di consapevolezza della propria tensione muscolare.
Metodologia
Il campione di ricerca è stato composto da trentotto persone assegnate casualmente a due gruppi. Entrambi i gruppi hanno ricevuto un intervento psicoeducativo iniziale (primi tre incontri), nel quale sono state fornite informazioni circa sintomi, cause e conseguenze del disturbo di panico. Questo ha permesso al paziente di correggere la decodifica dei fenomeni fisiologici che innescano, se erroneamente interpretati come pericolo, il disturbo di panico. L’intervento è proseguito (dal quarto al sesto incontro), per il primo gruppo (CIE) attraverso l’esposizione enterocettiva e per il secondo (CBE) attraverso l’addestramento al controllo respiratorio. Le ultime sei sessioni sono state svolte con la combinazione della ristrutturazione cognitiva e l’interoceptive exposure o il breathing retraining durante l’esposizione in vivo a situazioni temute o paurose.
Risultati
I dati sono stati raccolti mediante la somministrazione di questionari. Le differenze tra i due trattamenti sono stati identificati nella minor gravità e severità clinica nel post-trattamento dei partecipanti a CIE rispetto a CBE. Anche gli studi di follow-up sembrano indicare la CIE come preferibile. Interessante notare come la paura del panico e l’evitamento si siano ridotti con entrambe le terapie, ma il livello di stress si sia ridotto solo con la CIE.
Discussione
Nel complesso i trattamenti erano simili, con leggera preferibilità della CIE.
La minor efficacia dell’addestramento al controllo del respiro potrebbe essere dovuta al fatto che è stato presentato come modalità di coping, che potrebbe aver contrasto con il ristrutturamento cognitivo della terapia.
Laura Casetta
Giovanni Bonfiglio
Bibliografia
Craske, M.G., Rowe, M., Lewin, M., Noriega-Dimitri, R. (1997). Interoceptive exposure versus breathing retraining within cognitive-behavioural therapy for panic disorder with agoraphobia. British Journal of Clinical Psychology; 36, 1, 85–99.