Eco-Ansia: Capire e Gestire una Nuova Dimensione della Salute Mentale

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Cos’è l’eco-ansia e perché ci riguarda tutti?

Viviamo in un’epoca in cui il cambiamento climatico è una realtà innegabile, con impatti che non riguardano solo l’ambiente, ma anche la nostra salute mentale. L’eco-ansia è la risposta emotiva e fisiologica che emerge davanti a questa crisi globale, spesso descritta come una “paura cronica di disastri ambientali” (Clayton et al., 2017).

Ma c’è di più: non parliamo solo di ansia generica. Esistono termini correlati come:

  • Dolore ecologico, che si manifesta di fronte alla perdita di elementi naturali.
  • Solastalgia, il malessere che si prova quando il proprio ambiente viene distrutto.
  • Eco-angoscia, una profonda disperazione per le condizioni del pianeta.

Questi fenomeni non sono patologici in sé, ma possono avere un impatto significativo sulla salute mentale se non affrontati.


Ansia climatica o eco-ansia? Le differenze chiave

Quando parliamo di eco-ansia, ci riferiamo a una reazione razionale alla minaccia climatica, non a un disturbo d’ansia patologico. Tuttavia, alcuni sintomi possono sovrapporsi:

  • Ansia da cambiamento climatico, caratterizzata da preoccupazioni costanti e compromissioni cognitive.
  • Climate change worry, pensieri persistenti e catastrofici difficili da controllare.

Pihkala (2020) suggerisce che non tutta l’eco-ansia è negativa: può motivarci all’azione, come nel caso di eco-rabbia o eco-depressione, che promuovono l’attivismo collettivo. Tuttavia, se non gestita, l’eco-ansia può paralizzare e portare all’apatia.


Eco-ansia: un problema esistenziale

Rehling (2022) ha esplorato il legame tra eco-ansia e temi esistenziali come la morte, la libertà e il significato della vita. L’eco-ansia può influire sul desiderio di avere figli o sulla percezione del futuro delle nuove generazioni, generando un senso di insicurezza e preoccupazione.

Yalom (1980) identifica quattro caratteristiche principali dell’ansia esistenziale:

  1. La consapevolezza della morte.
  2. L’isolamento.
  3. La libertà come responsabilità.
  4. La minaccia al significato della vita.

Questi elementi trovano un’eco nell’eco-ansia, creando una dimensione unica del disagio legato al cambiamento climatico.


Come si manifesta l’eco-ansia?

L’eco-ansia può colpire sia il corpo che la mente. I sintomi più comuni includono:

  • Fisici: palpitazioni, affanno, mal di testa, insonnia, debolezza.
  • Emotivi: tristezza, irritabilità, senso di impotenza, rabbia.
  • Comportamentali: apatia, isolamento, difficoltà a concentrarsi.

Eventi estremi come disastri naturali amplificano questi effetti, portando a condizioni come il disturbo da stress post-traumatico o l’aumento di ideazione suicidaria (Clayton et al., 2017).


Misurare l’eco-ansia: gli strumenti a disposizione

Per comprendere e affrontare l’eco-ansia, sono state sviluppate scale specifiche:

1.Climate Change Anxiety Scale (CCAS): misura l’ansia legata al cambiamento climatico su una scala da 1 a 5, considerando compromissioni cognitive e funzionali.

2. Climate Change Worry Scale (CCWS): valuta la frequenza dei pensieri preoccupanti legati al cambiamento climatico.

Prova a riflettere su come ti senti riguardo al futuro: quanta parte della tua ansia deriva dalla crisi climatica?


Cosa possiamo fare come psicologi?

L’eco-ansia, pur essendo una reazione razionale, può essere affrontata con strategie psicologiche mirate:

  • Coping focalizzato sul problema: promuove comportamenti concreti per affrontare la minaccia.
  • Coping focalizzato sulle emozioni: aiuta a gestire l’ansia riducendo la valutazione della minaccia.
  • Coping focalizzato sul significato: utilizza valori e convinzioni personali per trasformare il disagio in motivazione positiva.

Ad esempio, incoraggiare l’azione collettiva può ridurre il senso di impotenza, trasformando l’ansia in empowerment (Pihkala, 2020).


Affrontare l’eco-ansia: soluzioni pratiche

Come affrontare un problema così complesso?

  • Psicoterapia: la terapia cognitivo-comportamentale è efficace nel gestire l’ansia climatica.
  • Stile di vita: esercizio fisico, yoga e diete sane migliorano la resilienza.
  • Cittadinanza ecologica: partecipare ad attività di sostenibilità rafforza il senso di comunità e riduce l’ansia.

La cittadinanza ecologica, come suggerisce Dale Jamieson, si basa su cambiamenti volontari negli atteggiamenti, non solo su incentivi esterni. Agire per l’ambiente può portare a comportamenti sostenibili e duraturi, capaci di migliorare il benessere individuale e collettivo.


Mindfulness e consapevolezza: alleati contro l’eco-ansia

La mindfulness è uno strumento potente per affrontare l’eco-ansia. Aiuta a:

  1. Riconoscere e accettare le emozioni negative senza giudizio.
  2. Restare presenti, riducendo l’eccesso di preoccupazioni future.
  3. Rafforzare la resilienza emotiva e il senso di agenzia.

Come spiega Sarah Jaquette Ray, la mindfulness consente di trasformare l’eco-ansia in una reazione razionale e costruttiva, invece di lasciarsi sopraffare dal cinismo o dalla paralisi.


Conclusioni: Eco-ansia come opportunità di cambiamento

L’eco-ansia non è solo una sfida, ma anche un’opportunità. Può spingerci a cambiare atteggiamenti, a connetterci con gli altri e a promuovere azioni concrete per un futuro più sostenibile.

Chiediamoci: come possiamo trasformare la nostra preoccupazione per il pianeta in una forza positiva per il cambiamento?

 

Giada Marciano

Ketty Ruscica

Silvia La Face 

 

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