Intervista a Giuseppe Rizzi: “sogni per due”
In un’ottica NeoFunzionalista la coppia viene definita da Rispoli come un “organismo coppia”, ovvero un insieme complesso di sistemi integrati in espansione nel ciclo di vita. Questi sistemi interagiscono, si organizzano e si riorganizzano continuamente nelle loro funzioni. Essi si agglomerano al fine di soddisfare le molteplici istanze che arrivano da sè e dall’ambiente ai fini di soddisfare bisogni ineludibili per la vita. Per realizzare questi obiettivi, vengono a formarsi relazioni e rapporti in coppia. Un’attivazione di coppia, che si organizza in modi e tempi molto variabili, è un’interazione diadica nella quale i reciproci funzionamenti si corrispondono.
Alla luce di ciò, l’organismo coppia può essere considerato come costituito dall’insieme integrato delle interazioni in cui gli individui si organizzano nelle esperienze concrete di vita.
Infatti, il ruolo principale della psicoterapia di coppia è quello di sostenere il sé integrato di coppia attraverso le risorse, l’organizzazione e la vitalità di ciascun partner per poter raggiungere un miglioramento del benessere di coppia nel viaggio della vita.
Per rendere possibile questo traguardo, la terapia porta a compimento diversi obiettivi: il rendere i partner presenti e percepenti l’un l’altro nella relazione tramite l’osservazione, l’ascolto e lo scambio; il recuperare le esperienze che hanno unito inizialmente attraverso l’empatia e il bello di incontrarsi nelle prime esperienze; il riconoscere e fermare la coazione a ripetere nelle interazioni alterate e nei tratti, copioni, schemi, regole perduranti di ciascuno interferente nella coppia; l’utilizzare la parola e la responsabilità condivisa sull’andamento di coppia; l’aiutare a decodificare in congruenza i messaggi verbali e non verbali (corporei) nel loro significato sotteso; il sostenere e incoraggiare alle buone prassi nei compiti per casa, nell’impegno e nelle azioni positive.
Tra tutti gli strumenti utilizzati realizzare questi obiettivi nella terapia di coppia, trova spazio il raccontare e l’interpretare i sogni. Alla luce dei pochi dati presenti in letteratura e per fare chiarezza sull’argomento si riporta un’intervista al Dott. Giuseppe Rizzi proprio sul ruolo dei sogni nella terapia di coppia.
F: “Che cos’è un sogno? Come viene definito?”
G: “Il sogno è un parlare a se stessi, un mantenere in contatto una percezione di sé attraverso modalità rappresentative che attraversano tutti i livelli di percezione della persona nella misura in cui ci rappresentiamo nel sogno. In questo modo si crea un teatro in cui si svela a se stessi il potersi rappresentare, osservarsi e diviene possibile anche essere sia dentro il sogno che spettatori. Questo aspetto è importante perché nel sogno si ha la possibilità di incontrare il soggetto anche l’oggetto immaginario”.
F: “Qual è la funzione dei sogni?”
G: “Il sogno ha l’importante funzione di permettere il decentramento del soggetto e di dare a quest’ultimo la possibilità di guardare se stesso in una prospettiva “sincretica”: quando viene raccontato il sogno e quando si sogna si possono cogliere le sfaccettature nel proprio vivere e orientarle al futuro”.
F: “Come si crea e si sviluppa un sogno?”
G: “L’attività onirica è possibile nella condizione in cui una persona può sentirsi, poiché si trova nella condizione di disattivazione del controllo volontario. Si assiste ad un “resettamento” del sistema percettivo, sollecitato dal passato, da stimoli recenti e dalla quotidianità.
Il sogno da sempre ha la caratteristica di raccogliere gli stimoli presenti al fine di rappresentarli per preparare al futuro e per ricalcare gli andamenti della vita. I sogni possono fluire dall’inizio alla fine senza dramma, ovvero l’incubo, che da alla persona la possibilità di orientarsi nella vita con una prospettiva futuribile. Se invece prevale il dramma vuol dire che è presente una paura totalizzante nella quale l’individuo è impossibilitato a contattare se stesso e essa si focalizza su un’alterazione prevalentemente rappresentata o una modalità di vita stressante o una carenza del funzionamento della persona. Quando un individuo manifesta un incubo o una paura senza contenuto riflette uno stato di arousal fisiologico e attivazione nel vissuto personale che innestano il sentirsi in pericolo, normalmente accompagnato da rischi per la salute e stress cronico. Questo avviene perché le fasi evolutive e di sviluppo hanno un ruolo e in quell’area non c’è stata abbastanza serenità o soddisfazione dei bisogni relativi.
Nella misura in cui il sogno ha una sua trama può contenere già dentro la descrizione solutiva o può portare la persona anche ad anticiparla con spunti della realtà attuale”.
F: “Qual è la funzione dei sogni nella terapia di coppia?”
G: “Nella terapia di coppia i sogni svolgono la funzione di sviluppare la dimensione “coppia” che di solito risulta essere assente. Quando qualcuno racconta un sogno si è obbligati a fermarsi per ascoltare e questo fa si che nel sistema coppia ci si possa prendere del tempo, del tempo in coppia. Questo tempo viene utilizzato per permettere uno sviluppo, ovvero “lo stare e l’essere nell’apertura”, nel raccontare di sé, nell’ascoltare e nel poter cogliere la totalità dell’altro. Chi racconta si apre, riceve ascolto, chi ascolta sviluppa comprensione attraverso il costrutto del sogno. Vengono condivisi non solo gli usi dei simboli, ma anche le fantasie, la cultura e i valori della persona che vengono riconosciuti dall’altro in ascolto e in attenzione agli stati emotivi riportati.
Raccontarsi i sogni e il potersi raccontare attraverso essi diventa un’esperienza di sviluppo da suggerire e proporre nella coppia sia in seduta che nella quotidianità.
F: “Come vengono letti i contenuti dei sogni nella terapia di coppia?”
G: “Nella misura in cui i collegamenti vengono riportati alla consapevolezza ci permettono di sviluppare nella terapia un’attenzione rivolta sia alla persona che alla coppia. I contenuti possono essere maggiormente riguardanti attività di coppia o riferite al mondo del singolo: questa risulta essere un’indicazione per il terapeuta per decidere dove direzionarsi e come coltivare le autonomie personali e il percorso di coppia.
Nelle terapie ci sono momenti clou in cui i sogni raccontati, inseriti nella storia di coppia, segnalano bisogni di condivisione, di apertura e di cambiamento che segnano le fasi della vita”.
F: “Esistono rischi nell’utilizzare il racconto dei sogni nella terapia di coppia?
G: “Il rischio è che quando una persona racconta il proprio sogno inciampi nella manipolazione, poiché piccole trasformazioni sono normali durante il racconto, ma bisogna ricordare che la manipolazione totale non è mai possibile e se sono presenti censure o dimenticanze probabilmente esse mostrano il sentirsi sotto giudizio e il controllo dell’altra persona. In questi casi le teorie di interpretazione risultano essere utili per comprendere e guardare azioni e stereotipie presenti”.
F: “Quali sono i diversi aspetti della dimensione “coppia” che si sviluppano attraverso il racconto dei sogni?”
G: “I sogni favoriscono un clima di apertura e sviluppo anche per la famiglia intera, infatti nei sogni si ha la possibilità di incontrarsi su un materiale diverso e meno consapevole. Favoriscono la consapevolezza e la coscienza rispetto a vicende della vita inscritte nei sogni stessi, rendendo questa esperienza indispensabile e intima. Permettono di sentire la fragilità, danno la possibilità alla famiglia di comunicare, di manifestare e di sviluppare le aree simboliche che sono importanti, poiché nella coppia di solito argomenti inerenti a soldi, sessualità e rapporti risultano essere sempre difficili da affrontare.
I sogni evidenziano un mondo immaginario alla ricerca di cambiamenti possibili che coprono argomenti sensibili della coppia stessa e che aprono alla potenzialità di parlarsi delle fantasie, soddisfacendo bisogni di creatività, giocosità e inventività. Quando si sviluppa questa intimità c’è il piacere di raccontarsi, di mostrarsi e di aprirsi verso futuro”.
Francesca Magnani.
BIBLIOGRAFIA
- Rispoli L., Esperienze di base e sviluppo del Sé, Franco Angeli: Milano 2004;
- Rosenberg M. B., Le parole sono finestre (oppure muri), trad. it. Esserci edizioni: Reggio Emilia 2003;