Oggi ci occuperemo di strategie che le mamme e i papà possono mettere in atto per prendersi cura dei loro neonati prematuri. Sempre più bambini nascono prematuri, venendo alla luce prima delle 37 settimane. La permanenza nell’utero fino al termine fisiologico della gravidanza è necessaria al feto per il corretto sviluppo degli organi, e di conseguenza per una serena crescita post-natale. I neonati prematuri hanno un rischio aumentato di numerose problematiche sul breve e lungo termine, a causa dello sviluppo incompleto degli organi. La prognosi dipende in larga parte dalla settimana di gestazione in cui avviene il parto, ma in tutti i casi sarà necessario che il neonato passi un po’ di tempo in incubatrice, nel reparto di terapia intensiva neonatale. Ciò consente controllare ossigenazione, temperatura e umidità in modo da aiutare il nuovo nato ad adattarsi gradualmente alla vita extrauterina. Questa situazione rappresenta un enorme stress per il neonato, e di conseguenza anche per i genitori, che vedono bruscamente interrotto il loro processo di costruzione e sviluppo della genitorialità. Fortunatamente, ci sono tanti modi per rendere migliore la permanenza in terapia intensiva neonatale per il neonato e, contemporaneamente, per costruire e valorizzare il ruolo dei genitori. Per comprendere meglio di cosa si tratta, diamo un’occhiata alla situazione all’interno della Terapia Intensiva Neonatale. Vedremo in che situazione si trovano i neonati prematuri e quali strategie possono essere messe in atto dai genitori per far fronte a questa situazione difficile e, contemporaneamente, aiutare concretamente lo sviluppo del loro bambino.
Lo sviluppo extrauterino in incubatrice
I neonati prematuri hanno una sola attività da portare a termine: il corretto sviluppo di tutti i loro organi. Affinché ciò avvenga, hanno bisogno di dormire molto, come fanno i loro coetanei ancora nell’utero. L’incubatrice è necessaria per mantenere costante la temperatura dei nati prematuri, oltre che per monitorare costantemente i parametri vitali. Passare dal mondo sonoro dell’utero materno a quello della terapia intensiva neonatale, tuttavia, è molto fastidioso e stressante per i neonati pretermine. Viene a mancare il conforto della voce materna, costante durante tutta la gravidanza, e al suo posto sentono rumori di ogni genere (i motori dei macchinari, i suoni delle apparecchiature mediche…) e sono esposti a luci fortissime, a confronto con l’utero della mamma. Questi stimoli sensoriali, stressanti per il neonato, possono interferire con il sonno e addirittura avere effetti negativi su alcuni parametri vitali (Krueger C. et al., 2007; Wang D. et al, 2014), mentre la mancanza della voce materna e di altre voci familiari può comportare ritardi nello sviluppo del linguaggio. L’apprendimento della comunicazione, infatti, inizia con le prime interazioni del neonato, spesso durante l’allattamento, quando la mamma (o il papà) parlano al bambino e reagiscono ai suoi segnali, creando un principio di conversazione basato appunto sull’ascolto dei segnali non verbali (Moon C., Fifer W., 2000). Una meta-analisi su trent’anni di studi (Krueger C., 2010) evidenzia come i neonati prematuri cresciuti in terapie intensive neonatali, senza un contatto con la voce materna, siano meno in grado di riconoscere la stessa e di sfruttarne gli importantissimi effetti benefici, cruciali nelle prime fasi di sviluppo neurologico, con ripercussioni importanti sui livelli di stress e sulla salute generale. Di certo questo quadro generale non mette allegria… È importante ricordare, tuttavia, che la pratica medica sta facendo passi da gigante e i bambini prematuri hanno sempre maggiori possibilità di crescere in modo normale, passata una prima fase di accorgimenti speciali necessari.
Vediamo ora più nel dettaglio come le mamme e i papà possono aiutare i loro giovanissimi neonati a svilupparsi nel modo più sereno e armonioso possibile, in modo da minimizzare o addirittura annullare quelli che sono gli effetti negativi della crescita in terapia intensiva!
Cosa possono fare le mamme?
Sempre più evidenze scientifiche mettono in luce quanto le mamme possano fare per aiutare i loro neonati prematuri a completare lo sviluppo nel modo migliore possibile. La chiave sembra essere soddisfare il bisogno di contatto proprio dei neonati: questo contatto, che significa presenza, può essere di tanti tipi. Presenteremo due esempi la cui messa in pratica è alla portata di tutti i neogenitori, il contatto attraverso il corpo e quello attraverso la voce.
Il contatto con la mamma che si sviluppa con la marsupio-terapia o altre forme di contatto “pelle a pelle”, ad esempio, generano un rilascio di ossitocina sia nel genitore che nel bambino. L’ossitocina è il un ormone coinvolto in molti processi relativi alla gravidanza, al parto e al post-partum, fase in cui coinvolge anche i papà che sfruttano i benefici del contatto pelle a pelle. Questo ormone, oltre a favorire un senso di rilassamento e i processi di attaccamento, ha funzione termoregolatrice: la stabilità della temperatura, cruccio dei neonati prematuri e motivo primario dietro la necessità dell’incubatrice, viene così garantita dalla pelle del genitore. Per precauzione, si fanno indossare cappellini e calzini di lana al neonato, dato che le estremità sono le parti più sensibili al freddo. È anche importante che la pelle dei genitori sia accuratamente pulita, dato che il sistema immunitario dei bambini nati prematuri è molto fragile. Il rumore del battito del cuore della mamma, che i neonati hanno imparato a conoscere durante la loro vita nell’utero, è familiare e calmante. Grazie alla combinazione di questi effetti benefici, migliora anche il comportamento generale dei neonati: piangono meno, sono nel complesso più tranquilli, e soprattutto dormono di più e con maggiore qualità. I cicli di sonno più lunghi permettono al sonno di assolvere alla sua funzione primaria di sviluppo degli organi e delle funzioni cerebrali, e al bambino di imparare la transizione da uno stato di sonno ad un altro (S. M. Ludington-Hoe et al., 2006). I neonati prematuri gravi che vengono tenuti a contatto con la mamma attraverso la marsupio-terapia hanno uno sviluppo cerebrale avanzato di ben 3-4 settimane rispetto a quelli tenuti solo in incubatrice! I benefici coinvolgono inoltre altre aree compromesse dalla nascita pre-termine: si sono osservate infatti diminuzione delle apnee e della bradicardia. Questa pratica, se eseguita correttamente seguendo le indicazioni del personale sanitario, è totalmente priva di rischi per il neonato. Un ottimo modo di mantenere saldo il legame che ha iniziato a costruirsi già prima della venuta al mondo.
Il contatto attraverso la voce, invece, si può ottenere tramite l’interazione diretta con la madre o attraverso l’utilizzo della voce registrata, in forma di parlato o di ninnenanne. La voce della mamma è nota al neonato da ben prima della nascita, dato che le strutture uditive iniziano a formarsi attorno alle 25 settimane. Poiché la sua fonte è interna al corpo della madre, si tratta di un suono molto speciale rispetto a tutti gli altri che arrivano attutiti “da fuori”. Anche la voce del papà sarà importante; nonostante rappresenti una fonte di suono esterna, è stato dimostrato che i bambini riconoscono le voci familiari, quelle che si trovavano attorno a loro a partire dalle 25 settimane, anche se in questo caso quella delle mamme svolge un ruolo speciale. È stato dimostrato che l’esposizione alla voce materna favorisce l’aumento di peso e una riduzione dei giorni di ospedalizzazione dei nati prematuri (Krueger C., 2010), mentre altre ricerche sembrano suggerire anche effetti favorevoli a livello cardiorespiratorio (Doheny et al., 2012). Nel testo di Galvani (2019) si trova una raccolta esaustiva degli studi più recenti in materia, che puntano tutti nella stessa direzione: il contatto vocale rappresenta un modo di essere presenti nonostante l’assenza del corpo, nonché di porre le basi per lo sviluppo delle abilità linguistiche e soprattutto per la sintonizzazione emotiva tra mamma e bambino, che passo dopo passo devono costruire la loro personalissima relazione. Questa funzione “di contatto” viene mantenuta nel tempo e risulta preziosa anche dopo le dimissioni, quando aver creato un legame vocale permette di trasmettere al bambino vicinanza, consolazione, calma e allegria anche nei momenti in cui il contatto fisico non è possibile. Si tratta quindi di una modalità eccellente per stimolare lo sviluppo neurologico e, al contempo, sviluppare un’intesa speciale tra mamma e bambino.
Sia il contatto attraverso il corpo che quello attraverso la voce, inoltre, favoriscono la creazione e lo sviluppo del legame affettivo con i genitori, reso più complesso dalla particolare situazione in cui ci si trova. I benefici coinvolgono tutta la famiglia, e rappresentano un ulteriore aiuto nelle fasi successive alla dimissione. Fortunatamente, l’importanza del contatto per il corretto sviluppo neurologico dei bambini nati prematuri è ormai testimoniata da molti anni di ricerche scientifiche, perciò sempre più ospedali incoraggiano la partecipazione attiva dei genitori nelle prime settimane di vita, in modo da garantire ai neonati prematuri lo sviluppo migliore possibile.
Lucrezia Guiotto Nai Fovino
Bibliografia
- Doheny, L., Hurwitz, S., Insoft, R., Ringer, S., & Lahav, A. (2012). Exposure to biological maternal sounds improves cardiorespiratory regulation in extremely preterm infants.The journal of maternal-fetal & neonatal medicine : the official journal of the European Association of Perinatal Medicine, the Federation of Asia and Oceania Perinatal Societies, the International Society of Perinatal Obstetricians, 25(9), 1591–1594. https://doi.org/10.3109/14767058.2011.648237
- Krueger C. (2010). Exposure to maternal voice in preterm infants: a review. Advances in neonatal care: official journal of the National Association of Neonatal Nurses, 10(1), 13–20. https://doi.org/10.1097/ANC.0b013e3181cc3c69
- Krueger C, Schue S, Parker L. Neonatal intensive care unit sound levels before and after structural reconstruction. MCN Am J Matern Child Nurs. 2007;32(6):358–362
- Galvani F., Psicologia della Voce e del Canto, Independently published, 2019
- Moon C, Fifer W. Evidence of transnatal auditory learning. J Perinatol. 2000;20(8):S37–S44.
- Shellhaas RA, Burns JW, Barks JDE, et al. Maternal Voice and Infant Sleep in the Neonatal Intensive Care Unit. Pediatrics. 2019;144(3):e20190288
- Susan M. Ludington-Hoe, PhDa, Mark W. Johnson, PhDb, Kathy Morgan, BSNb, Tina Lewis, BSNc, Judy Gutman, BAb, P. David Wilson, PhDc, Mark S. Scher, MD, Neurophysiologic Assessment of Neonatal Sleep Organization: Preliminary Results of a Randomized, Controlled Trial of Skin Contact With Preterm Infants. Pediatrics 2006; 117; 909-9231
- Wang D, Aubertin C, Barrowman N, et al. Examining the effects of a targeted noise reduction program in a neonatal intensive care unit. Arch Dis Child Fetal Neonatal Ed. 2014;99(3):F203–F208