Cos’ è il co-sleeping?
Il co-sleeping o il co-dormire, viene inteso quando “genitori e bambini dormono vicini, ma non necessariamente sulla stessa superficie” (ISIS, 2016). La condivisione della stanza, la condivisione del letto, la condivisione del divano e la condivisione della sedia vengono tutti considerati come sottoinsiemi del co-sleeping. La pratica del co-sleeping tra genitori e bambini è oggetto di continue controversie e dibattiti, poiché è un fenomeno familiare complesso che deve ancora essere ben compreso.
Negli ultimi anni, si è assistito ad una rivalutazione dell’importanza del dormire insieme sia da un punto di vista psicologico, poiché i neonati hanno il bisogno di stare vicino alla propria mamma, sentirsi protetti e coccolati, sia da un punto di vista di organizzazione e di riposo notturno per la mamma. Infatti, specialmente nei primi tempi, con l’allattamento molto frequente, avere il neonato accanto è senz’altro molto più comodo che dover sempre recarsi in un’altra stanza (Blair, 2008).
Le ricerche hanno evidenziato una migliore stabilità cardiorespiratoria e ossigenazione, un minor numero di episodi di pianto, una migliore termoregolazione, una maggiore prevalenza e durata dell’allattamento al seno e una maggiore produzione di latte, dovuti alla pratica del co-sleeping. A sfavore del co-sleeping ci sarebbe l’aspetto che la presenza di un l’adulto può disturbare il bambino che dorme facendolo svegliare oltre al fatto che la presenza del bambino ridurrebbe, se non azzererebbe, la privacy dei genitori, avendo conseguenze sul rapporto di coppia (Barry, 2019).
Il rapporto tra Co-sleeping & SIDS
Per sindrome della morte improvvisa da lattante (SIDS), si intende la morte improvvisa, inaspettata e inspiegabile di un apparentemente bambino sano al di sotto di un anno di età. Questo fenomeno è sempre stato presente e nei primi anni ’90, si è assistito ad un calo di decessi infantili in modo significativo rispetto ai decenni precedenti, ma purtroppo ancora oggi la SIDS rappresenta in maniera prevalente di decessi infantili inspiegabili verificatisi nei neonati con un tasso di 0,3 decessi per 1.000 nati vivi (Office of National Statistics, National Records Scotland and Northern Ireland Statistics and research Agency (ONS), 2016).
Proprio per questo è uno degli aspetti più dibattuti e per molti medici, il co-sleeping sarebbe la causa principale della SIDS. Quest’ultima risulta legata a problemi respiratori e dormire nello stesso letto con il neonato, per molti specialisti, potrebbe aumentare il rischio di questa tragica fatalità. I fattori di rischio della SIDS, che sono stati individuati, includono superfici per dormire non sicure, consumo di alcol, fumo, ingestione di droghe ed età del bambino (cioè < di 12 settimane di età) (Blair et al., 2014; Carpenter et a.l, 2013; Glasgow et al., 2005; Horsley et a.l; 2007; McGarvey et al., 2006; Tappin et al., 2005; & Vennemann et al., 2012).
Di conseguenza, alcuni di questi fattori sono modificabili e potrebbero essere modificati per ridurre potenzialmente il rischio di SIDS, poiché nessuna delle misure oggettive del sonno era significativamente diversa tra i bambini che dormono insieme ai genitori e quelli che dormono solitari.
Non ci sarebbe un’evidenza scientifica che sostenga l’ipotesi che la SIDS sia causata dal co-sleeping (McKenna, J. J., Thoman, E. B., Anders, T. F., Sadeh, A., Schechtman, V. L., & Glotzbach, S. F.; 1993).
Infine, le implicazioni per la pratica attuale, suggeriscono che le attuali linee guida sul co-sleeping mancano di chiarezza, in quanto non consigliano ai genitori di non andare a letto con il loro bambino nemmeno su come farlo e questo rafforza la necessità di una guida più chiara per i professionisti sanitari in grado di offrire ai genitori informazioni accurate e basate su prove (Straw, J., & Jones, P., 2017).
Il co-sleeping attraverso le culture
Mentre un bambino che cerca la vicinanza sensoriale alla madre è universale, le raccomandazioni sui vantaggi e gli svantaggi del co-sleeping continuano a essere terreno di dibattito e si possono osservare pratiche diverse tra le varie culture e paesi. Infatti, la ricerca mostra che il modo in cui un genitore comprende la natura, lo sviluppo e il significato del comportamento in un bambino è ampiamente influenzato e condiviso dal suo gruppo o sottogruppo culturale. Mentre l’indipendenza del valore americano e occidentale ha portato ad alti tassi di sonno solitario infantile e lo considera la norma e un “allenamento per l’indipendenza”, ci sono altre culture orientali e non solo, che ritengo essenziale il co-sleeping nel percorso di crescita di un bambino (Belay et al., 2007).
Un esempio è la Svezia, affermato paese occidentale, dove il co-sleeping è la norma culturale. Contrariamente alle credenze americane, gli svedesi credono che l’autonomia e la sicurezza di un bambino siano migliorate dal co-sonno (Welles‐Nystrom, 2005).
Anche l’Egitto considera il sonno una forma di comportamento sociale, tanto da vederlo come prevedibile, protettivo, confortante e parte integrante delle relazioni fondamentali e dei modelli emotivi della vita familiare (Brown & Worthman, 2007).
Il Giappone è un altro paese in cui dormire insieme è considerato normale e lo specchio di valori educativi giapponesi come il collettivismo, l’interdipendenza e la solidarietà. Infatti, nella loro cultura vi sono intense relazioni strette tra madre e figlio, che si percepiscono come uno con il loro bambino, tanto che le madri giapponesi sono arrivate persino a riferire spietato il costringere i bambini all’indipendenza (Park et al., 2014).
Tutte queste opinioni mostrano che non esiste una visione adatta a tutti per le pratiche del dormire insieme, ma che è presente uno spazio per miglioramenti nei modelli indipendenti di sonno infantile poiché ci sono molti vantaggi del co-sleeping.
Francesca Magnani
BIBLIOGRAFIA
Barry, E. S. (2019). Co-sleeping as a proximal context for infant development: The importance of physical touch. Infant Behavior and Development, 57, 101385.
Milan, S., Snow, S., & Belay, S. (2007). The context of preschool children’s sleep: racial/ethnic differences in sleep locations, routines, and concerns. Journal of Family Psychology, 21(1), 20.
Blair, P. S. (2008). Putting co-sleeping into perspective. Jornal de pediatria, 84, 99-101.
Brown, R., Worthman, C. (2007). Companionable sleep: Social regulation of sleep and cosleeping in Egyptian families. Journal of Family Psychology, 21(1), 124–135.
McKenna, J. J., Thoman, E. B., Anders, T. F., Sadeh, A., Schechtman, V. L., & Glotzbach, S. F. (1993). Infant—parent co-sleeping in an evolutionary perspective: implications for understanding infant sleep development and the sudden infant death syndrome. Sleep, 16(3), 263-282.
Park, H., Greenfield, P., & Shimizu, M. (2014). Infant sleeping arrangements and cultural values among contemporary Japanese mothers. Frontiers in Psychology., 5.
Straw, J., & Jones, P. (2017). Parent-infant co-sleeping and the implications for sudden infant death syndrome. Nursing children and young people, 29(10), 24-29.
Welles‐Nystrom, B. (2005). Co‐sleeping as a window into swedish culture: Considerations of gender and health care. Scandinavian Journal of Caring Sciences, 19(4), 354-360.
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