Il legame tra la madre e il suo bambino inizia a costruirsi già nel corso della gestazione, e si accresce soprattutto quando la madre avverte i primi movimenti del feto. Già nella pancia della mamma il bambino vive in un mondo di suoni ma, una volta nato, tra i suoni a cui non era abituato, riconosce voci familiari e quella della madre in particolare diventa un punto di riferimento importante. La madre e il suo bambino comunicano intimamente attraverso la voce e senza usare le parole. In tutte le culture i neonati rispondono alla musica e riescono a discriminare la musica da semplici suoni. L’ascolto di musica ha effetti calmanti per le madri così come per i bambini ma, di più, il canto delle madri verso i loro bambini sembra sia anche in grado di rafforzare il legame e l’intesa tra i due. A cascata, un forte attaccamento madre-bambino è un fattore di protezione nei confronti di possibili sintomi depressivi nel post gravidanza: questo è rilevante anche e di più dopo la nascita, sostenendone lo sviluppo stesso.
Il feto sappiamo essere già un grande uditore: è in grado di distinguere le voci dai suoni, dai suoni la musica e, tra le voci, la voce della madre. Il feto percepisce la voce della madre ad una frequenza superiore rispetto alle altre voci, risuonando nell’ambiente uterino, e anche questo contribuisce ad aumentarne la capacità di riconoscimento dopo la nascita. La voce materna è come uno spazio acustico di contenimento, un altro degli elementi che fanno sentire al sicuro il bambino. Attraverso la voce le madri forniscono gran parte del contenimento necessario per sviluppare un autentico senso del sé e un mezzo attraverso cui stare in collegamento con gli altri (Galvani, 2019). D’altra parte, l’affrontare la gravidanza e tutto ciò che ne comporta, può implicare emozioni anche spiacevoli, ansie e stress psicologico. Assumere farmaci per lo stress può comportare rischi per la futura gestante, pertanto dovrebbe essere studiata l’efficacia degli interventi non farmacologici. Da alcune ricerche è stata dimostrata l’efficacia di interventi che prevedevano l’ascolto di musica, su malesseri in madri in dolce attesa. Per esempio, è stato visto come in alcune donne in attesa di fare l’amniocentesi, l’ascolto di musica abbia fatto abbassare i livelli di cortisolo e diminuire l’ansia associata alla situazione (Ventura, Gomes, & Carreira, 2012). In generale, la musica sembra avere effetti benefici sulla salute psicologica come nelle situazioni di stress, ansia e sintomi depressivi durante la gravidanza. L’ascolto della musica si è visto avere effetti calmanti anche nei neonati, tant’è che una stimolazione uditiva tramite musiche o l’intonazione di canzoncine giocose è uno dei modi più usati per placare il pianto. Tuttavia, pare che il canto, più della sola musica possa portare dei benefici alla madre, al bambino e ad entrambi nel rafforzarne la connessione emotiva. Una ricerca molto recente ha voluto indagare gli effetti di un intervento di musica e canto durante la gravidanza sul benessere materno e sul legame madre-bambino (Wulff et Al, 2020). La ricerca ha visto coinvolte presso la Clinica di Ginecologia e ostetricia dell’ospedale universitario di Duesseldorf un gruppo di future mamme in due tempi di misurazione: è stato valutato lo stato emozionale prima e dopo le condizioni (di ascolto di musica o del cantare) tramite misurazione dell’ansia, dell’attaccamento materno prenatale, dell’autoefficacia, della vicinanza al feto e sono anche stati prelevati campioni di saliva per rilevare i livelli di cortisolo salivare e di ossitocina prima e dopo. Si sono evidenziati effetti a breve termine con un aumento generale del rilassamento sia con l’ascolto di musica che col canto, in associazione a una diminuzione del cortisolo. Tuttavia, dal canto ne derivava uno stato affettivo di felicità: la parte attiva del canto può avere un ulteriore effetto positivo sullo stato emozionale che potrebbe forse essere spiegato dai risultati che il canto conduce a un aumento del rilascio di endorfine che è associato con sentimenti di felicità. L’autoefficacia è risultata significativamente maggiore dopo l’intervento tramite il canto attivo. L’autoefficacia sembra avere effetti di moderazione dell’impatto dello stress sia sul piano fisiologico che su quello psicologico. Un altro dato rilevante è che la vicinanza percepita col bambino in grembo, dopo una sessione di canto attivo, è risultata maggiore da parte delle madri. Quindi sembrano esserci effetti positivi di rilassamento e benessere nelle donne che stanno affrontando un periodo di grandi cambiamenti potenzialmente stressogeno. Questi effetti inevitabilmente hanno ricadute in maniera quasi diretta anche sul feto, visto che a livello fisiologico al feto arrivano tramite il circolo sanguigno le sostanze neurochimiche che caratterizzano lo stato emotivo della madre; in più il feto è coinvolto ancora di più visto che ne risulta anche un rafforzamento del legame madre-bambino ancora prima che i due possano stare faccia a faccia. Risultati come questi portano a pensare che la musica dovrebbe essere insegnata in percorsi alla genitorialità così da incentivare il rapporto tra musica, il legame col bambino e la comunicazione.
Il canto nel periodo post-natale
Anche le neo mamme che non hanno spiccate capacità canore e non vengono da una carriera musicale, qualche volta almeno nel primo periodo dopo la nascita dei figli sperimentano il canto al bambino piccolo, perché è risaputo che può attirare la sua attenzione, farlo gioire o calmare, come anche può fare l’atto di dondolarlo. In particolare per fare addormentare, non c’è cultura che non abbia un suo repertorio di ninne nanne e canzoncine per bambini. Il canto sembra contribuire allo sviluppo delle capacità linguistiche del bimbo mediante la maggior facilità di isolamento delle parole che vengono qui più scandite rispetto al linguaggio parlato (Galvani, 2019). Inoltre, legato a questo c’è il fatto che le madri quando cantano per i loro bambini sono più espressive, con tono più alto, accompagnando sorrisi, e il tutto rende il canto di più forte impatto. Seppur siano indirizzate ai bambini e finalizzate a portare a loro benefici, non bisogna dimenticare gli effetti positivi che possono averne le neomamme, anche dal cantare stesso, e la diade. Una ricerca del 2017 ha dimostrato che il canto quotidiano ai neonati è associato a un minor numero di sintomi di depressione postnatale nelle madri e ancora a livelli più elevati di benessere, autostima e alla percezione di legame più forte tra madre-bambino (Fancourt & Perkins). Da un altro studio di tipo qualitativo che esplora gli effetti del coinvolgimento di madri, per la prima volta, in un programma di ninna nanna, le donne hanno riferito di provare delle potenziate sensazioni materne, maggiore sicurezza di sé nella capacità di essere una buona madre e umore più calmo dopo aver preso parte all’esperimento (Baker & Mackinlay, 2006). Dato che è l’atto fisico del cantare ad essere connesso alla salute mentale e al benessere post natale, più che l’ascolto passivo di musica, potrebbe in effetti essere una combinazione di quattro fattori che spiegano i benefici. I quattro fattori principali di un impegno musicale come il canto sono: la musica stessa, l’impegno sociale, l’atto fisico del canto e le risposte personali a ciò che viene cantato (Fancourt et al., 2014). Tuttavia, resta da esplorare ulteriormente quale fattore è più importante per le madri nell’atto di cantare ai bambini e i meccanismi implicati, come l’impegno sociale o fisico nella musica possa portare a una migliore salute mentale e benessere. Tutto ciò è indice dell’importanza di una combinazione di fattori sociali e fisici come risulta nel canto indirizzato a qualcuno, e ci fa comprendere meglio anche perché il solo ascolto passivo di musica non comporti effetti benefici alla pari del cantare attivamente a qualcuno/con qualcuno. In conclusione, il canto materno, con la melodia, la voce, gesti espressivi e lo sguardo, trasmettendo quindi sentimenti e intenzioni materne, funge da regolatore di emozioni. È in ultima analisi uno strumento finalizzato all’accudimento e al contenimento e come tale intensifica il legame e la connessione emotiva nella coppia madre-bambino, portando una serie di benefiche conseguenze ad entrambi.
Scopri di più sul canto in gravidanza
Bibliografia
Baker, F., & Mackinlay, E. (2006). Sing, soothe and sleep: A lullaby education programme for first-time mothers. British journal of music education, 23(2), 147-160.
Fancourt, D., & Perkins, R. (2017). Associations between singing to babies and symptoms of postnatal depression, wellbeing, self-esteem and mother-infant bond. Public Health, 145, 149-152.
Galvani, F. (2019). Psicologia della Voce e del Canto: Dalle neuroscienze alle applicazioni cliniche.
Ventura, T., Gomes, M. C., & Carreira, T. (2012). Cortisol and anxiety response to a relaxing intervention on pregnant women awaiting amniocentesis. Psychoneuroendocrinology, 37(1), 148-156.
Wulff, V., Hepp, P., Wolf, O. T., Balan, P., Hagenbeck, C., Fehm, T., & Schaal, N. K. (2020). The effects of a music and singing intervention during pregnancy on maternal well-being and mother–infant bonding: a randomised, controlled study. Archives of Gynecology and Obstetrics, 1-15.
Dearca Beatrice