INSONNIA: rimedi o trattamento psicoterapico?

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L’insonnia è un disturbo comune, tuttavia per scegliere se gestirla attraverso piccoli rimedi o intraprendere un trattamento psicoterapico, è importante conoscere i criteri diagnostici che la caratterizzano. L’insonnia è definita come una difficoltà ad iniziare o mantenere il sonno, o nel svegliarsi la mattina presto, associata ad una diminuzione della funzionalità quotidiana, ad esempio una minor performance cognitiva, fatica, mal umore.

Si stima che a soffrire cronicamente di insonnia sia circa il 6% della popolazione adulta nei Paesi industrializzati, con trend in aumento che potrebbe raggiungere il 10% in pochi anni.

Il presente articolo mette in luce i criteri diagnostici dell’insonnia, utili per comprendere se il disturbo è lieve e quindi gestibile attraverso semplici rimedi, o se è cronico e invalidante e quindi gestibile solo attraverso un trattamento psicoterapico.

CAUSE DELL’INSONNIA

Le cause dell’insonnia possono essere descritte attraverso il modello esplicativo delle “3P” di Spielman, il quale prende il nome dai fattori che lo compongono: Predisposizione, Precipitazione e Perpetuazione.

Un esempio di fattore di predisposizione può essere l’influenza genetica, o una particolare caratteristica di personalità come può essere un alto livello di nevroticismo.

Tra i maggiori fattori precipitanti, invece, troviamo situazioni acute di stress.

Infine, per perpetuazione si intendono strategie di coping disadattive, come ad esempio il restare troppo tempo nel letto o fare pisolini pomeridiani, che portano al mantenimento del disturbo.

L’insonnia acuta è molto frequente, e spesso si conclude con la fine dell’evento stressante. Tuttavia, quando l’esposizione allo stress rimane prolungata nel tempo, ad a tale situazione si aggiungono comportamenti disfunzionali, la probabilità che scaturisca un’insonnia cronica si fa elevata.

Un altro modello, chiamato Modello di Ipervigilanza afferma invece che l’aumento dei livelli di vigilanza cognitiva, emozionale e fisiologica, riscontrati in pazienti affetti da tale disturbo, siano un fattore sia di predisposizione che di mantenimento. Centrale per questo modello sono state le ricerche che dimostrarono come nei pazienti con insonnia le frequenze registrate durante l’elettroencefalogramma (EEG) fossero più alte rispetto ai soggetti privi di disturbo, ed erano più rapidi anche i movimenti oculari durante il sonno (come se la persona fosse sveglia).

I modelli cognitivi dell’insonnia enfatizzano il ruolo preponderante dello stress, ruminazione e preoccupazione nel mantenimento del disturbo.

DEFINIZIONE E DIAGNOSI D’INSONNIA

I Criteri diagnostici per l’insonnia non-organica, in accordo con l’ICD-10, sono:

  • Difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno oppure poca qualità del sonno
  • Queste difficoltà legate al sonno si presentano almeno tre volte alla settimana da almeno un mese
  • La persona si focalizza soprattutto sul suo problema legato al sonno, ed è preoccupato sulle conseguenze negative
  • La scarsa qualità del sonno e l’insufficiente durata del medesimo portano a sofferenza, e difficoltà nello svolgere le attività quotidian

Va precisato che:

  • lo stile di vita e le abitudini, come il consumo elevato di alcol e caffè, possono peggiorare le difficoltà relative al prendere e mantenere il sonno
  • particolari disturbi mentali, quali ad esempio la depressione, sono caratterizzati anche da un quadro di difficoltà nel dormire
  • anche nei casi di insonnia dovuta a disordini organici, si potrebbe creare ugualmente un disfunzionamento psicologico, costituito da preoccupazioni e ruminazione eccessive.

Per una corretta diagnosi è necessario valutare:

  1. STORIA MEDICA
  • includere anche la storia medica dei genitori
  • eventuali sostanze assunte (farmaci, alcol, caffè, nicotina e sostanze illegali)
  • esame fisico
  • eventuali esami supplementari: esame del sangue, tiroide, fegato, reni, vitamina B12
  • markers circadiani (melatonina, temperatura corporea)
  1. STORIA PSICHIATRICA/PSICOPATOLOGICA
  • sintomi passati e presenti di disturbo mentale
  • caratteristiche di personalità
  • lavoro e situazione sentimentale
  • conflitti interpersonali
  1. ANAMNESI DEL SONNO
  • storia dell’inizio e mantenimento del disturbo
  • informazioni da parte del partner (se presente) che dorme assieme al paziente in merito ad eventuali movimenti notturni e pause nel respiro
  • orario di lavoro/ritmi circadiani
  • analisi dei periodi di sonno (tramite un diario del sonno per 7-14 gg)

CORRELAZIONI E RISCHI PER LA SALUTE

L’insonnia provoca un aumento di rischio per molte patologie, quali ad esempio: problemi cardiovascolari, pressione alta, infarto cardiaco, diabete di tipo2, obesità. Sono state evidenziate anche correlazioni con disturbi mentali, in particolare per depressione ed ideazione suicidaria.

RIMEDI O TRATTAMENTI PER L’INSONNIA?

Si parla di rimedi per l’insonnia nel caso il disturbo non incontri i criteri diagnostici sopra-descritti. Quando invece l’insonnia compromette la funzionalità in diverse aree di vita della persona è importante considerare le linee guida per il suo trattamento da un punto di vista psicologico. Le ricerche suggeriscono la psicoterapia come primo trattamento per il disturbo cronico d’insonnia nell’adulto di qualsiasi età. Esso consiste in:

  • una Psicoeducazione in merito abitudini quotidiane à vengono insegnate delle regole per migliorare la qualità ambientale e favorire il sonno, come ad esempio utilizzare una luce lieve, regolare la temperatura della stanza, diminuire il rumore etc. A questi accorgimenti si associando anche alcune informazioni base su come funziona il ritmo circadiano e quali cambiamenti l’età (nel caso di persone anziane) determini in esso.
  • un Training di rilassamento: training autogeno, tecniche di rilassamento e meditazione (per ridurre le preoccupazioni e i pensieri intrusivi)
  • la “Stimolus control therapy”: insegna a ri-associare il letto e la camera da letto con l’atto di dormire, ristabilendo il ritmo sonno-veglia:
  • la Terapia di restrizione di sonno: evitare che la persona dorma per un totale di ore (es: per 24h), in modo tale da facilitargli l’addormentamento seguente
  • Terapia cognitiva: identificare i pensieri disfunzionali, modificarli ed agire sulla preoccupazione eccessiva.

Light Therapy, esercizio fisico e ipnosi sono stati studiati come possibili trattamenti per l’insonnia; ma non hanno dimostrato un’efficacia comprovata al pari della psicoterapia.

 

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Bibliografia

Riemann, D., Baglioni, C., Bassetti, C., Bjorvatn, B., Dolenc Groselj, L., Ellis, J. G., … & Hertenstein, E. (2017). European guideline for the diagnosis and treatment of insomnia. Journal of sleep research26(6), 675-700.

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