INTRODUZIONE
Una comunicazione efficace tra medico e paziente ha una funzione clinica fondamentale, sia per ottenere informazioni utili, che per suscitare un buon livello di soddisfazione e consenso. Parte più importante, di cui spesso non ci si accorge, è la comunicazione non verbale (CNV), che determina spesso il successo della relazione. Il medico dovrebbe sia assumere l’atteggiamento più favorevole possibile, sia comprendere al meglio il linguaggio del corpo del paziente, pena in caso contrario disagio reciproco e la noncompliance, ossia la scarsa o mancata disponibilità del paziente ad accettare le indicazioni mediche. Diventa, quindi, importante in ambito sanitario un’educazione permanente che favorisca il miglioramento della CNV, intervenendo con seminari di formazione che tramite riprese personalizzate, applicazione dell’analisi del comportamento emozionale, spaziale, motorio, discussione tra esperti di CNV e medici, analisi qualitativa e quantitativa dei dati possano portare a modifiche comportamentali, attraverso tecniche di role playing e di team building.
Lo scopo della ricerca è stato analizzare i livelli di comunicazione tra pediatra e madre del bambino, utilizzando un campione composto da pediatri e madri, in vari contesti (ambulatori specialistici), a livelli diversi di percorso formativo (pediatri esperti e pediatri specializzandi), in situazioni di comunicazione diversa (soggetti alla prima visita di controllo e soggetti con una frequentazione assidua) con tipologie diverse di interlocutori.
METODOLOGIA
È stato utilizzato il Facial Action Coding System per decodificare le espressioni facciali dei pediatri e delle madri dei bambini durante una visita. Sono state utilizzate due videocamere, che sincronizzate tramite un timer e collocate nell’ambiente in modo che non fossero immediatamente visibili, hanno ripreso simultaneamente entrambi i volti. Le visite in totale sono state 22, una per ogni sede ambulatoriale, e si trattavano di prima visita o visita di controllo, della durata media di 15-20 minuti. I 22 pediatri che hanno effettuato la visita si trattavano di 8 pediatri maschi esperti, 8 pediatri femmine esperte, 2 maschi specializzandi e 4 femmine specializzande. Per ogni visita si sono fatte tre analisi FACS per il pediatra, e tre analisi FACS per la madre, riguardanti i tre momenti dell’entrata, della comunicazione dell’esito e dell’uscita, per un totale di 22 × 6 = 132 FACS.
RISULTATI
Al termine di questa ricerca qualitativa possiamo indicare quali sono le linee di tendenza nel comportamento spaziale ed espressivo che intercorre fra pediatra e genitore.
Tutti i pediatri hanno un ampio comportamento spaziale e un atteggiamento positivo. L’emotività del volto dei pediatri è sempre presente. Da parte dei pediatri specializzandi, rispetto ai pediatri esperti , è presente una maggiore perplessità e sorpresa (minore conoscenza della casistica rispetto ai pediatri esperti). Nel terzo momento prevale il sorriso in tutte le condizioni. Le pediatre aprono e chiudono la visita col sorriso, a metà prevale la sorpresa. I pediatri maschi partono e mantengono lo scetticismo nel corso della visita, dimostrando più perplessità nel corso della visita (in tutti i 3 momenti). Gli uomini risultano meno socializzanti rispetto alle donne. Da un punto di vista complessivo la difficoltà di comunicazione dei maschi può generare ansia/preoccupazione nei pazienti, mentre la bassa percentuale di perplessità da parte delle femmine genera maggiore rassicurazione durante la visita.
Per quanto riguarda i genitori in 40 casi su 61 è presente un solo genitore, mentre in 21 casi su 61 sono presenti entrambi i genitori. Tutti i genitori hanno utilizzato un ampio comportamento spaziale (l’avvicinarsi all’interlocutore, l’inclinazione del busto in avanti, l’ampia/scarsa o assenza di gesticolazione, l’irrigidimento del corpo, il ritrarre il busto all’indietro e il cambiare continuamente posizione). L’emotività del volto dei genitori è sempre presente. La reazione emotiva dei genitori più frequente nel primo momento è il sorriso, a questa segue l’ansia/preoccupazione, la sorpresa, la perplessità, la paura, il disprezzo. La reazione emotiva più frequente nel secondo momento è la perplessità, a questa segue la sorpresa, l’ansia/preoccupazione, il sorriso, la paura, la tristezza. La reazione emotiva dei genitori più frequente nel terzo momento è il sorriso, a questa segue lo scetticismo/perplessità, la sorpresa, l’ansia/preoccupazione e la rabbia.
CONCLUSIONE
Dalla gran mole dei dati raccolti si è evidenziato un comportamento standardizzato tenuto dai medici che si basa sugli atteggiamenti quali sorriso, sorpresa, perplessità/scetticismo, che sostanzialmente, seppure in ordine lievemente diverso, sono costanti in tutte le variabili esaminate (pediatra esperto/pediatra specializzando; pediatra maschio/pediatra femmina); di contro, nel linguaggio non verbale facciale le madri (genitori) hanno evidenziato una maggior variabilità di emozioni (sorriso, ansia/preoccupazione, sorpresa, perplessità, paura, disprezzo) in misura nettamente superiore quanto ad intensità, che indicano in modo chiaro l’efficacia dell’intervento del pediatra. Pertanto il risultato complessivo vede i pediatri applicare una metodologia stereotipata per comunicare durante la visita, mentre nel genitore prevalgono le emozioni casuali a seconda della capacità di comunicazione (intensità) applicata dal pediatra nel contesto del rapporto interpersonale all’interno dell’ambulatorio.
Laura Casetta
Stefania Bianconi
Bibliografia
Greco, V. (2007). La comunicazione tra pediatra e madre nella struttura ambulatoriale. Analisi svolta con il metodo F.A.C.S. di P. Ekman & W. V. Friesen. Rivista Medico e Bambino, 9, 597 – 598.